Valle Canal Novo, Marano, 2015
Noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia,
e loro restano lì, precise, ordinate.
Ma domani, ti alzerai,
guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla,
un’orma, un segno qualsiasi, niente.
Il mare cancella, di notte. La marea nasconde.
È come se non fosse mai passato nessuno.
È come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c’è un luogo, al mondo,
in cui puoi pensare di essere nulla,
quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare.
Non è vita falsa, non è vita vera.
È tempo. Tempo che passa.
E basta.
Alessandro Baricco, Oceano mare, 1993
L’alta marea cancellerà le mie orme,
e il vento soffierà via la spuma.
Ma il mare e la spiaggia dureranno.
Per sempre.
Kahlil Gibran, Sabbia e spuma, 1926
A prima vista le orme parevano le sue.
Invece, la distanza per stargli lontano
rendeva accessibile il dubbio.
Il tempo aiuta, ma sembra privo di vie d’uscita.
Se ha preso la direzione del mare, dovrà ripartire
sta per colorare la scia ai nulla vedenti.
Di volta in volta, potremmo cadergli vicino
svegliandoci nel sogno che ci cammina a fianco.
Oltre, quei pali, diventeranno un ponte.
Ignare della partenza, quelle impronte
sono dense per non essere riconoscibili dentro.
Il velo d’acqua brilla, ha cose perdute e raccolte nel giorno
le luci sciamano verso la prova di un buio.
Ritrarre in fretta quell’attimo da non perdere,
pentirsene è il mattinale dell’attimo.
Se sono i passi di una distanza definitiva,
li abbiamo avuti per tempo.
Se erano domande da rinviare,
ci siamo lasciati vincere.
Ho avuto sufficiente spazio per aggiungermi qualcosa?
Frate Adagio, Luoghi e Dintorni, XX Secolo